Guida ad una vacanza da vero WineLover
Avresti sempre voluto organizzare la vacanza della vita, magari nelle Langhe, ma non ti sei mai deciso perché non hai mai trovato un modo per organizzarti? Forse abbiamo dei consigli giusti per te!
Il turismo enogastronomico è un viaggio volto alla scoperta dell’enogastronomia di un territorio e attraverso il quale il turista può fare esperienza della cultura locale e acquisire il senso del luogo, toccare con mano, o meglio, gustare con la bocca il terroir locale. Lo stretto legame tra enogastronomia, cultura e turismo viene rimarcato dalla stessa Organizzazione Mondiale del Turismo, secondo la quale questa pratica turistica consente al viaggiatore di entrare in contatto con la cultura del luogo che sta visitando in un modo più attivo e coinvolgente grazie al “medium” del cibo e delle bevande. Nel recente passato solo alcuni intenditori e appassionati viaggiavano alla scoperta dell’enogastronomia locale, spinti dalla curiosità di conoscere territori e aziende d’eccellenza, oltre che dal desiderio di degustare i prodotti locali.
Oggi, secondo l’Organizzazione Mondiale del Turismo (UNWTO), il turismo enogastronomico è un segmento in forte ascesa e uno dei più dinamici all’interno del settore. Nella sola Europa sono circa 600mila le vacanze all’insegna dell’enogastronomia e oltre 20 milioni i viaggi che includono attività enogastronomiche. Per quel che riguarda l’Italia ed in particolare il nostro Piemonte, il discorso si fa molto interessante, infatti la regione può vantare di numeri e caratteristiche da capogiro nell’ambito particolare della viticoltura. La superficie vitata è intorno ai 44.000 ettari e si sviluppa per lo più nell’area sud-est e nord della regione, raggiungendo le zone alpine e prealpine. La zona, forse in assoluto, più celebre e decisamente ideale per la viticoltura sono le Langhe, un altopiano a 500 metri sul mare, parte del patrimonio dell’UNESCO e culla di quattro grandi nomi tra i vini piemontesi: il Barolo e il Barbaresco, passando per Barbera e Dolcetto.
Qualche indirizzo e qualche tips per bere bene
Ora che ti sei deciso (perchè con quello che ti abbiamo raccontato ti sei convinto, vero?) bisogna pensare a dove andare, ma soprattutto a cosa bere. Ti consigliamo di utilizzare un’auto per spostarti, dato che i trasporti pubblici potrebbero non bastare a raggiungere tutti i punti di interesse, partendo da Torino puoi noleggiare con facilità un veicolo o, in alternativa, puoi cimentarti nell’impresa (faticosa, ma impagabile a livello di soddisfazione) di partire da una grande città come Alba o Bra in bicicletta e proseguire tra filari, vigneti e strade collinari con viste mozzafiato.
Ora che ti sei deciso (perchè con quello che ti abbiamo raccontato ti sei convinto, vero?) bisogna pensare a dove andare, ma soprattutto a cosa bere. Ti consigliamo di utilizzare un’auto per spostarti, dato che i trasporti pubblici potrebbero non bastare a raggiungere tutti i punti di interesse, partendo da Torino puoi noleggiare con facilità un veicolo o, in alternativa, puoi cimentarti nell’impresa (faticosa, ma impagabile a livello di soddisfazione) di partire da una grande città come Alba o Bra in bicicletta e proseguire tra filari, vigneti e strade collinari con viste mozzafiato.
Ecco di seguito alcuni consigli, 3 cantine di alto livello con i loro vini irrinunciabili, che secondo noi offrono percorsi di degustazione degni di nota:
L’Astemia pentita (Via Crosia 40, Barolo)
Parlando di Barolo non potevamo non citare la cantina “L’astemia pentita”, che prende il suo particolare nome dalla sua proprietaria Sandra Vazza. Il nome deriva proprio dal fatto che lei una volta era astemia, quando però decise di buttarsi nella produzione vitivinicola annunciò poi al mondo il suo pentimento. Gli aspetti particolari di questa cantina sono le bottiglie e la sua particolare architettura, la cui struttura è dominata da 2 casse di vino fatte di cemento, una trovata architettonica da rifarsi gli occhi. Tra i loro principali vini, vi consigliamo l’assaggio dei seguenti:
- Barolo;
- Nebbiolo;
- Sauvignon;
- Barbera d’Alba;
La Biòca (Via Alba 13/A, Serralunga d’Alba)
La “biòca” è una parola piemontese che indica una persona decisa e un po’ con la testa dura, proprio come i ragazzi di questa cantina che con tutta l’ambizione cercano di esprimere l’eccellenza di queste terre di Langhe tramite i loro vini, che con uno produzione di 50.000 bottiglie l’anno incarnano perfettamente il detto “nella botte piccola, c’è il vino buono”. Oltre alla cantina di vinificazione e a quella sotterranea per l’affinamento in botti di legno e barrique, dispongono di una sala degustazione con uno splendido terrazzo; a completare il quadro la cantina dispone di 7 confortevoli camere per chiunque voglia scegliere di pernottare direttamente in loco, a letteralmente un passo dai vigneti. Tra i loro vini (ma non solo), meritano di certo l’assaggio:
- Langhe Rosato da uve Nebbiolo e Barbera;
- Dolcetto d’Alba;
- Barbaresco;
- Grappa di uve nebbiolo da Barolo;
Tenuta Carretta (Località Carretta, Piobesi d’Alba)
È un’azienda vitivinicola ricca di storia, una tra le più storiche aziende italiane dove passato, presente e futuro si integrano nel migliore dei modi. Attiva fin dal 1467, quando i terreni, già rinomati per la coltura delle viti, del proprietario di allora, Andrea Damiano consignore di Piobesi, vennero donati ai fratelli Corrado, Giacomino e Pietrino Porrino con l’autorizzazione a lavorare, a coltivare (nonché a raccogliere) le sue terre. Nel 1811, dopo 350 anni, la proprietà passa dai marchesi Damiano ai conti Roero, i quali la coltivano per 120 anni e nel 1932 cedono la Tenuta alla famiglia Veglia, di Torino. Nel 1985, infine, la proprietà passa alla famiglia Miroglio, di Alba, fondatrice e proprietaria dell’omonimo gruppo tessile. Ma Tenuta Carretta è soprattutto un’azienda fatta di tante persone, più di 150, che collaborano insieme per il raggiungimento di un unico obiettivo, condiviso: produrre vini di alta qualità, importanti, piacevoli e buoni da bere. Nei 70 ettari di proprietà, si coltivano arneis, poi nebbiolo, barbera e favorita (il nome con cui nel Roero viene chiamato il vermentino). Tra i tanti vini prodotti, consigliamo:
- Roero Arneis Cayega (questo da solo varrebbe la visita, secondo Antonio);
- Roero Bric Paradiso;
- Barbera d’Alba Bric Quercia;
Ovviamente la lista di cantine, e dei vini, che potreste trovare già solamente girovagando per le campagne piemontesi è quasi infinita. Il piemonte, infatti, ha una ricchissima varietà di vitigni autoctoni e una altrettanto varia (e vasta) produzione enologica. Basterebbe cominciare a parlare di Ruchè ed Erbaluce, due vitigni autoctoni dalle grandissime potenzialità, per scriverci almeno un’altro articolo, ma non è questo il momento. Abbiamo parlato di vacanze, non a caso, dato che questo articolo segna la fine della prima stagione di attività dei GastroWriters. Ci prendiamo una pausa, ma torneremo più forti e spumeggianti (abbiamo appena parlato di vino, concedeteci la battuta triste, ma azzeccata), di prima. Passeremo l’estate a gustare, scoprire e provare quanto di più bello ed importante ci sia a questo mondo: il cibo e le bevande, avendo la fortuna di vivere nel lembo di terra che è forse il principe e simbolo di entrambe le cose!
Noi a differenza del solito, vi diamo un consiglio… occhi, bocca e naso aperti, smettete di seguirci (per un po’) e vivete la terra!
Il team dei GastroWriters